Su AD Italia: Flessibili e hi-tech, ecco come cambiano i luoghi di lavoro

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16 OTTOBRE 2019
Articolo In-site su AD Italia

 

Gaia Passi intervista l'architetto Pietro Matteo Foglio, CEO e fondatore di In-site, società di ingegneria integrata specializzata nella progettazione e realizzazione di ambienti di lavoro complessi, dove la tecnologia ha un ruolo fondamentale.

Negli ultimi vent’anni, l’avvento di tecnologie sempre più avanzate ha trasformato i luoghi di lavoro in hub iper-connessi. Per i progettisti, la sfida è trovare il giusto equilibrio tra l’efficienza delle macchine e il comfort dei lavoratori: è questa la mission di In-Site, una società di ingegneria integrata specializzata nella progettazione e realizzazione di infrastrutture complesse. Fondata a Milano nel 2006, l’azienda ha appena progettato la nuova sede milanese di Praxidia, gruppo europeo specializzato nella fornitura di ricerche di mercato e strumenti di analytics. «Il nostro obiettivo non è realizzare uno spazio bello fine a se stesso, ma ragionare su soluzioni d’arredo e architettoniche con un approccio scientifico, umanista e psicologico – spiega l’architetto Pietro Matteo Foglio, amministratore delegato e fondatore di In-Site -. L’uomo è sempre al centro del nostro progetto: ragioniamo sulle persone, sulle loro interazioni sociali e attività quotidiane, per metterle nelle condizioni di fare al meglio il proprio lavoro».

 

Quali accorgimenti avete adottato per la nuova sede di Praxidia?

Prima i loro spazi erano molto asettici. Noi abbiamo creato ambienti modulari, che possono essere configurati in maniera veloce e dinamica grazie ad arredi flessibili, pareti manovrabili e scrivibili. Sono stati inoltre installati strumenti multimediali touch di ultima generazione e sistemi di trasmissione cloud che permettono di collegarsi con altre città, oltre a un sistema di telecamere con zoom studiato appositamente per migliorare l’esperienza delle ricerche di mercato.

 

Qual è il ruolo della tecnologia nei vostri progetti?

La vocazione tecnologica fa parte del nostro dna. Grazie alla tecnologia riusciamo a trasformare gli ambienti di lavoro, rendendoli flessibili e più adatti alle necessità delle persone. Inoltre possiamo avere la governance totale di tutti gli elementi del progetto, dagli arredi agli impianti. Partiamo da soluzioni ingegneristiche, per poi adattare la parte architettonica.

 

Chi sono i vostri modelli di riferimento?

Ci ispiriamo alla visione di Adriano Olivetti, che è stato il primo a creare ambienti altamente tecnologici in cui si percepiva anche una forte componente storica e architettonica. Un altro punto di riferimento è Achille Castiglioni, che ha sempre avuto un approccio ingegneristico nella progettazione degli elementi di arredo.

 

Quali sono i vostri arredi tipo?

Grazie alla nostra rete di artigiani e imprese eccellenti, siamo in grado di realizzare elementi di arredo nomadi, cablabili, costruiti per ospitare la tecnologia. Un esempio sono i mobili con sistemi integrati di purificazione dell’aria, che migliorano la qualità dell’ambiente in modo straordinario. Una soluzione utile non solo negli uffici, ma anche nelle abitazioni.

 

Estetica e funzionalità: in un ambiente di lavoro creato per ospitare quasi esclusivamente macchine, come i data center, quanto conta l’aspetto architettonico del progetto?

I data center di solito sono spazi molto asettici, proprio perché nascono per ospitare le macchine. In-Site ha un approccio diverso: fin dai primi anni Duemila, abbiamo iniziato a progettare questi luoghi con un’attenzione particolare alla forma architettonica. I risultati sono stati sorprendenti: i clienti, infatti, preferiscono spazi con una qualità estetica, perché oltre a essere più gradevoli aumentano anche la percezione della sicurezza. Per questo, nel nostro lavoro, ingegneria e architettura vanno sempre di pari passo.

 

Fonte: AD Italia